Quanto ricarica la musica live!
Mossa da un lieve senso di affetto per quella voce che ha accompagnato parte della mia adolescenza compro il biglietto del concerto di Renga. Le sue canzoni ultimamente mi passavano lontane, rintanate in un confuso sfondo radiofonico. Ma è bastata la prima nota per risvegliare quell’atavico ricordo dei vecchi tempi di “Sacrificio”, “Boccadoro”, “La cura Giusta”, “Piove”... Oggi canzoni diverse ma dalla timbrica inconfondibile. La sua voce dal vivo rimane imperdibile e così dopo lo spritz doveroso e il break petto di pollo con insalata mi fiondo a teatro, quarta fila. Pubblico numeroso, troppo statico e tranquillo, forse vincolato da assurde formalità della location e da una sedia costrittiva. Confesso che, condizionata da molteplici concerti rock schietti e sinceri, ho avuto grosse difficoltà stare ferma per quasi due ore. La sedia è proprio l’antitesi della musica live se non altro per quella che prevede delle chitarre elettriche e una batteria. Le note mi dicevano alzati, salta, sbraita e urla sostenuta anche da due fan scatenate che, vicino a me, non perdevano mai il ritmo. Eh va bene non posso dire di non aver urlato... a discapito della mia voce e chiedo venia anche alla mia prof di canto che domani non sarà così contenta... Pardon! Show di tutto rispetto grazie anche ai musicisti che erano sul palco: Stefano Brandoni e Giorgio Secco, dinamiche e precise star della chitarra elettrica, il sublime tastierista Vincenzo Messina che deve aver sconvolto non poco alcuni perbenisti con i suoi “trasgressivi” dred, Luca Visigalli al basso e Diego Corradin alla batteria. Di fama conoscevo già Brando e Enzo che effettivamente hanno rapito gran parte della mia attenzione. Riesco a fare qualche foto clandestina nonostante fossi tampinata da hostess “rompimarroni” che con indice imperativo bloccavano il mio spirito fotografo. Consueta fila all’uscita secondaria alla caccia di foto e autografi. Impensabile. Renga fugge via in auto non prima di aver acquisito un’altra fan, mia amica, che non lo aveva mai visto così da vicino... Poco male conquisto una foto con il mitico Brando, che si rivelerà una persona piacevole e disponibile, e che ringrazio di cuore!! Con la voglia di dilungarmi anche io sulle corde della mia chitarra elettrica mi avvio serena verso casa. Dietro l’angolo da un finestrino di un’auto sbuca una tipa che urla: “Volete sapere dov’è Renga!?” Appena in tempo per carpire il nome del locale che questa è già sfrecciata via in quinta... Immagini di ordinario delirio fandom! Posta al banco del locale dove, col passare del tempo, le birre stavano diventando un po’ troppe tra chiacchiere e simpatici gestori. Torno a casa troppo contenta dopo l’autografo e la foto con il mio “beniamino”, dove sono stata immortalata con una faccia beota che mi rimarrà per due giorni.
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