martedì 6 maggio 2008

FilmFestival di Trento 2008

Viaggio tranquillo con qualche goccia di pioggia. Il tempo non è quasi mai stato clemente con il film festival di Trento. Mi addormento con musiche soffuse che ricalcano i classici pop in versione strumentale.
L’hotel è sempre in forma e anche l’organizzazione.
Un primo breve giro al tendone dei libri mi concede uno spiccato sociale interessante: adesso non va più di moda estraniarsi e ascoltare le canzoni in silenzio nell’ovattato mondo delle cuffie, ma gli adolescenti preferiscono condividere l’ascolto lanciando il lettore mp3 o il telefonino a tutto volume con la hit preferita. Ora ho dei seri dubbi che possa diventare una hit,oppure per quello che ne so lo è già, però la strofa di quel rap arrabbiato “i bambini dell’asilo fanno casino” era alquanto deprimente...
La sala del Castello invece è una location di tutto rispetto che insieme al pubblico e alla giuria di intenditori mi ha fatto sentire un po’ un pesce fuor d’acqua se non altro per l’età media dei presenti.. E infatti io e altri tre giovani pesci siamo gli unici ad ingozzarci di pasta fredda e mozzarelline con pomodori al generoso rinfresco post cerimonia. Le trasferte servono anche a questo.
La serata prosegue con la cena vera e propria in un posto troppo chic per i miei gusti ma dal menù curioso ed allettante: zuppetta d’asparagi e patate, risotto mantecato alle erbette con trancio di branzino arrostito, merluzzo bianco su brodetto di pomodorini e patate, crema pralinata con mantecato di fragole, caffè. Inoltre possiamo seguire la preparazione dei piatti attraverso un mega schermo che monitora la cucina e le gesta dei cuochi. La noia delle conversazioni insieme ad aneddoti triti e alla pancia piena fanno in modo che mi trasferisca presto al campo base che ho visto, questo primo giorno, molto vivo e dinamico.
Qui ho assistito ad un singolare match alcolico fra Italia e Inghilterra dopo la proiezione del film documentario “The beckoning silence”.
Il giorno successivo assito ad una interessante e divertente conferenza di Joe Simpson che racconta di come è diventato scrittore e di come ha vissuto la diffusione mondiale del suo best seller “La morte sospesa”, sorvolando sulla pesantezza retorica della conduttrice, che perdoniamo per la tenerezza della sua veneranda età. Purtroppo c’è sempre chi, non sapendo come fare a stare zitto e probabilmente reduce da una recente analisi psichiatrica, blatera una domanda inutile su transfer e libri di successo (?!?!?!)
In serata mi areno sempre al campo base, questa volta un po’ impoverito, ma sempre apprezzabile. E al rientro mi imbatto in alcuni clown che chiedono l’elemosina nella goliardia di un ennesimo scherzo di laurea.

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