Un’anonima giornata di novembre, il 25. E’ troppo tempo che non scelgo qualche libro. Quindi entro nella libreria Giunti, l’unica peraltro con l’orario continuato, che non mi sbatterà fuori alle 12.30. Vago tra gli scaffali e guardo le copertine, reparto narrativa. Un volto indiano e la finestra di un treno che non riconosco “Cuccette per signora”, leggo distrattamente il retro copertina. Penso di averlo scelto per lo sfondo verde. Contino a camminare lungo la parete di libri. Un altro volto: un sudamericano. Ammetto di essermi fatta catturare dalla fascetta rossa “Premio Nobel per la letteratura 2010”. Mario Vargas Llosa - “Il narratore ambulante”. Non mi faccio mancare nemmeno un evergreen: copertina nera, roulotte con interno a vista e luci natalizie che la circondano. Carver - “Cattedrale”. Convincente la scritta bianca “Leggetelo. Leggete ogni cosa che Carver ha scritto”. Intanto è passata mezz’ora. Reparto viaggi: Steve House - “Oltre la montagna”. Sì. Steve House ha una faccia simpatica. Arrivo alla cassa. La commessa inizia a “laserare” i codici a barre. Mi diverte pensare che analizzi ogni cliente che ha davanti in base ai libri che compra. Io lo farei, interrogandomi su personalità, atteggiamenti, gusti e preferenze. Ed è un po’ imbarazzante, come quando si va in farmacia. Mentre cerco il bancomat in borsa, cosa tutt’altro che banale, mi sento dire “Se compra ancora qualcosa per 1,50 euro posso darle 3 cartoline “Più leggi, più vinci”, può vincere dei buoni da spendere in libri”. Mi guardo intorno. Vedo 1,50 euro su un biglietto natalizio dove tre gatti di spalle guardano Babbo Natale che vola sulla slitta. “Ecco, prendo questo”. Anche se so giù che non lo userò. Non perchè non regali mai niente, ma semplicemente se regalo qualcosa è senza il biglietto. “Benissimo! Ecco qui 3 cartoline! Le gratti adesso così vediamo subito se ha vinto!” “Ha una monetina?” “Eccola!” Era lì già pronta, appoggiata al registratore di cassa. Una monetina da 5 centesimi, ancora imbrattata dalla tipica polverina di chi ha grattato speranzoso prima di me. Gratto mentre tento di rispondere a un messaggio al cellulare. Di solito invece mi impegno. Anche al supermercato cerco sempre di grattare quelle maledette cartoline con una segreta speranza di vincita. Questa volta no. Ero distratta. La commessa esulta: “Hey ne hai vinto una da 15!” e indica con il dito il marchio della Giunti che è spuntato vicino a due lineette. Nel frattempo sono già alla seconda cartolina. “Wow !! Hai visto qui!? Hai vinto anche quella da 50!! Luca! Guarda lei ne ha vinto 2!! Una da 15 e una da 50! Che bello!! Oggi non aveva vinto ancora nessuno!” Luca, l’altro commesso, aggiunge emozionato: “Dobbiamo fare la bacheca delle vincite!!” A questo punto hanno entusiasmato anche me. “Bene!! Che dovrei fare!?” “Guarda è semplicissimo. Ecco qui: hai un anno di tempo per spendere 50 euro e altri 15 euro in libri in tutte le librerie Giunti”. Prendo le GiftCard, ringrazio, saluto. Nel frattempo è arrivata anche una terza commessa incredula. Esco contenta con la borsa di libri invasa da quella polverina del “gratta e vinci” che non va più via e rimane appiccicata e sparsa dappertutto.
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